Vivere significa lasciare tracce. Nel mondo, certamente. E nelle vite degli altri. Modifichiamo l’ambiente, produciamo storia. Piccola, locale, visibile a volte a stento nel perimetro quadrato del nostro quartiere. Di molte di queste tracce ci interessa poco. Le incrociamo, anche casualmente, e non diamo loro peso nemmeno quando indirettamente impattano anche sulla nostra vita.
Altre invece ci riguardano. Molto. E per un motivo particolare.
Le tracce che ci riguardano sono le tracce prodotte da chi voleva dirci qualcosa, lasciarcelo, affidarcelo. Sono in primo luogo le tracce delle persone che abbiamo amato e che ci hanno amato. Sono ricette e tradizioni di Natale, sono regali e simboli, sono canzoni e precetti d’infanzia, luoghi che ci sono stati mostrati perché lì potessimo sempre ritrovare noi stessi e chi ce li ha fatti conoscere.
Ma le tracce prodotte per dirci qualcosa sono anche quelle che ci ha lasciato chi ha sentito l’esigenza di raccontarsi e di affidare alla memoria collettiva il suo racconto. Sono filosofi, romanzieri, poeti, artisti, musicisti. Che hanno voluto prendersi cura di noi, amarci pur senza conoscerci, lasciarci in dono semi per il sol fatto di essere umani, loro e noi.
Tutte queste tracce, quelle delle nostre vite personali e di noi come umanità, sono un impegno.
Vogliamo parlare, nei nostri progetti, della passione che muove le tracce umanistiche, quelle opere filosofiche, quelle poesie, quegli spartiti, quei monumenti, quelle opere d’arte che ci piace chiamare Youmanities per ricordare che ci riguardano perché sono state lasciate lì proprio per noi.
So, stay tuned