Le emergenze sono, per definizione ed etimologia, momenti nei quali una criticità si impone e modifica l’orizzonte della normalità. Qualcosa emerge, si stacca dallo sfondo, pretende attenzioni e soluzioni e, per questo, mette alla prova le strategie di risoluzione dei problemi, la capacità cioè dei sistemi di riorganizzare i processi, tenendo ferme le proprie priorità di fondo ma ripensandole in modo fluido per adattarle alle nuove gerarchie di problemi.
Un vuoto assordante
Le immagini di papa Francesco che affronta il deserto di piazza S. Pietro, sullo sfondo delle ambulanze che, sole, rompono il silenzio del pomeriggio romano sono sembrate a molti la più efficace rappresentazione di questi giorni angosciati da distanze sociali e solitudini forzate. Ma su quelle scale, sotto quella pioggia, in quel vuoto tanto stridente con le consuete immagini di assembramento di quei luoghi il papa è riuscito involontariamente a mostrare al mondo, ancor più che la presente, amara contingenza sociale, la permanente, terribile condizione che abita, sempre, il sentire religioso. Perché se è un esercizio di fede di particolare difficoltà tentare di accogliere e interpretare comunitariamente la parola di Dio, ben più complesso, drammatico e urgente appare, al singolo individuo, comprendere di Dio i silenzi e abitarne le assenze.
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Poi ci sembrerà normale
Vedere la RAI solo a Capodanno. Scroccare una sigaretta. Maledire il traffico e i temporali. Guardar male la signora che ha saltato la fila. Comprare mobili inutili ma montarli lo stesso. Disprezzare il fisco. Provare a decrescere felicemente mentre nel frigo la roba va a male. Litigare per i parcheggi che sono sempre troppo pochi e per le precedenze che nessuno rispetta alle rotonde. Coltivare i nostri piccoli, irrinunciabili abusi di potere. Indignarci un tanto al chilo e per un tempo contenuto.
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E pluribus unum
La terza stagione di Stranger things è l’esempio perfetto di prodotto creato per indurre dipendenza: appena finita la sigla – già di per sé sufficientemente iconica – pronti via e l’universo delle prime due stagioni è tutto lì, con qualche anno in più sulle spalle dei protagonisti, visini meno ragazzini e più ormoni in circolo, ma senza grandissime novità.
(Devil) inside wants out
Faccia da bravo ragazzo, gusto raffinato per un pop elegante, John Mayer esordisce nel 1999 con un EP interamente acustico, molto ben suonato e con un paio di momenti di scrittura, musicale e lirica, di grande interesse.
Be simple
A guardarli sulle immagini delle copertine dei primi album, i Lynyrd Skynyrd sembrano sei ragazzoni del sud con grandi sorrisi, lunghi capelli e sguardo di chi ha le idee molto ben chiare.
Ritorno al futuro
Grazie ad alcune performance istituzionali particolarmente balneari, è andato molto di moda quest’estate rimpiangere a mezzo social lo stile da primissima Repubblica di una serie di foto che ritraggono Aldo Moro in giacca e cravatta sulla sdraio a mare. Vivere nel 2019 e rimpiangere lo stile dei primi anni ‘60 significa invocare una prospettiva che, dal punto di vista delle più essenziali logiche dell’analisi storica, risulta tanto banale quanto riduttiva.