Nella storia dei media moderni, gli strumenti consumer destinati alla riproduzione dell’audio si sono sviluppati con larghissimo anticipo rispetto a quelli relativi al video. Se infatti i dischi fonografici commerciali cominciarono a diffondersi attorno ai primi anni del XX secolo, occorre aspettare gli anni ‘70 dello stesso secolo per vedere l’esordio del sistema VCR, che segna l’inizio della diffusione dell’home recording in ambito video. Questa distanza è stata ovviamente acuita dalla nascita di strumenti di riproduzione e registrazione audio portatile (come le audiocassette negli anni sessanta e i CD alla fine degli anni settanta). E’ dunque ovvio come la storia delle forme di fruizione di contenuti on demand sia legata a filo doppio a strumenti audio. E’ per questo radicato, nell’immaginario di molti, il ricordo dei prodotti pensati per veicolare formazione e narrazione tramite il sonoro (come le favole su disco, le audiocassette con corsi di lingua o i dischi con discorsi di personaggi famosi) o delle registrazioni amatoriali usate nelle più diverse circostanze (come i corsi scolastici e universitari). L’audio da ormai un secolo è dunque stabilmente custode e veicolo di informazione e formazione perché, ben prima della nascita di Internet, ha unito la facilità e la comodità della fruizione alla semplicità della produzione personale. E’ sulla scia di questa solida storia che si inserisce l’enorme successo riscosso, negli ultimi anni, dai podcast, vale a dire contenuti che non si limitano a essere semplici riproduzioni audio altri contenuti (trasmissioni tv, lezioni tenute dal video, etc.) ma prodotti pensati per sfruttare le potenzialità del medium.
Per questo, il podcast rappresenta un formato perfetto per un modello di scienza pubblica, perché permette di divulgare risultati della ricerca scientifica in un linguaggi e su un canale di semplice fruizione da parte del pubblico.
Il mio podcast sarà disponibile dalla fine di ottobre 2022.